• Zambello Renzo.it
  • Psicoterapia Dinamica.it
  • Video psicoterapia
  • Fai la tua domanda nel guestbook

Psicoterapia Junghiana

Studio Psicoterapeutico e Psicoanalitico Novara

  • HOME
  • Antropologia
  • Cultura
  • Problemi sociali
  • Psicoterapia Junghiana
  • Religione
You are here: Home / Psicoterapia Junghiana / Inconscio collettivo e gli archetipi in Jung

Inconscio collettivo e gli archetipi in Jung

14/07/2017 da zambello 4 Comments

Inconscio collettivo in Jung

Inconscio collettivo in Jung

L’  inconscio collettivo negli scritti junghiani

Prima di inoltrarmi in alcune considerazioni personali e cliniche sull’ inconscio collettivo e nella sua intrinseca pulsione rigenerante, cercherò di fare un breve excursus storico sulle definizioni junghiane dell’ inconscio collettivo e gli archetipi.

La prima volta che Jung usò la definizione di inconscio collettivo era il 1912 nel suo libro ‘Trasformazioni e simboli della libido’,  dove egli  riportava il contenuto di  alcune allucinazioni di pazienti schizofrenici senza alcuna cultura e scolarizzazione. In questi  deliri si evidenziavano miti di un passato ed elementi culturali  che loro  non potevano aver in alcun modo direttamente conosciuto e tanto meno acquisito. Jung  scriveva che: “Per l’esperienza psicologica questi sono i contenuti archetipici dell’ inconscio collettivo, i resti,  uguali in tutti gli uomini, di un’umanità antichissima, il patrimonio comune ereditario e intatto da ogni differenziazione ed evoluzione, donato agli uomini al pari della luce e del sole e dell’aria”. Quindi nella prima definizione di inconscio collettivo egli lo collega chiaramente a ‘immagini primordiali’ ereditate.

Successivamente Jung come ricercatore o empirista, come lui si definiva,  farà i conti con il pensiero dominante del tempo, in particolare con il lamarkismo. Lamarck, antropologo evoluzionista  (1744-1829)  sosteneva come  gli organismi,  fossero il risultato di un processo graduale ma continuo  di modifiche  che avveniva per  la pressione ambientale,  escludendo quindi un fattore ereditario. Così,  anche Jung per un certo periodo dopo il 1912 tentennerà  un po’ sull’ereditarietà dell’ inconscio collettivo ma nel 1917 in ‘Psicologia dell’inconscio scrive: “L’ inconscio collettivo è come un sedimento dell’esperienza e insieme, in quanto a priori,  dell’esperienza stessa, un’immagine del mondo che si è formata nel corso dei secoli”.

Negli anni a seguire e fino alla sua morte Jung ritornerà spesso sul concetto di inconscio collettivo. Con il tempo però modificherà la sua idea non tanto  sull’unitarietà dei prodotti dell’ inconscio collettivo ma,  differenzierà l’oggetto   dalla funzione.  Infatti egli scrive in ‘La struttura della psiche’ (1927) “L’inconscio collettivo è un patrimonio ereditario di possibilità rappresentative non individuali ma comuni a tutti gli uomini e forse a tutti gli animali, e costituisce la vera e propria base della psiche individuale’. Ancora in ‘Problemi generali in psicoterapia’ (1929) egli scrive: “Con questo termine ( inconscio collettivo) intendo un funzionamento della psiche inconscia, comune a tutti gli uomini”.

Jung approda a quello che appare il suo arrivo nella ricerca del concetto di inconscio collettivo in ‘Thestructure and dinamics of the psyche’  (1948).  Egli scrive: “Gli archetipi non devono essere ritenuti idee ereditate ; piuttosto l’equivalente di schemi di comportamento della biologia. Gli archetipi rappresentano un modo del comportamento psichico. Come tali , sono fattori irrappresentabili che inconsciamente informano gli elementi psichici”.

Ereditarietà dell’ inconscio collettivo e sviluppo umano

Jung quindi, lavorando per decenni sulla propria vita psichica e trattando migliaia di pazienti,  giunse alla certezza che l’uomo possiede una  eredità psichica: l’inconscio collettivo. Questo stimola e promuove  fenomeni fondamentali per la vita psicologica,  come le altre caratteristiche ereditarie si manifestano a livello fisico.

Jung con il suo lavoro ha   affermato di credere con certezza assoluta e di averne le prove, che ogni uomo è sottoposto ad una spinta verso la crescita, la quale   ha già in sé i codici di una conoscenza onnisciente  a priori. I codici di questa conoscenza sono gli archetipi.

Si pone però un problema che non è separabile dall’inconscio collettivo e dagli archetipi: la sincronicità. O meglio, se è vero quello che lui dice alla fine della sua ricerca che  l’inconscio collettivo  è caratterizzato dalla funzione più che dall’oggetto, come sono allora possibili le coincidenze significative o meglio i fenomeni sincronici?

Inconscio collettivo e internet

In un articolo che avevo pubblicato un po’ di tempo fa, avevo paragonato l’ inconscio collettivo ad internet e avevo definito internet come un surrogato tecnico di questo. Come tutti i surrogati, internet crea  meccanismi di dipendenza. In realtà, acclarato che internet non è l’inconscio collettivo ma una sua rappresentazione, bisogna riconoscere che verosimilmente esso lo rappresenta bene.  Internet infatti è ‘la rete’ che collega tutto a tutti.  E’ proprio questa caratteristica di onnipresenza e onniscienza che  rende internet  la rappresentazione più credibile dell’inconscio collettivo.  Scriveva Jung nel (1918) in ‘Collected Works, vol. X’”:L’ inconscio collettivo…è come uno spirito che pervade tutto, onnipresente, onnisciente.”

Vi assicuro che lui internet non lo conosceva o, forse,  si!

Di: Renzo Zambello

Brano tratto dal libro di Renzo Zambello ” Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista” Ed Kimerik

Renzo Zambello

  • Print
  • Facebook
  • Twitter
  • email

Filed Under: Psicoterapia Junghiana Tagged With: archetipi, inconscio collettivo, internet, Medico psicoanalista Novara, Novara, psicoanalisi Junghiana Novara, Psicoanalista Novara, Psicologo Novara, rete, web

Comments

  1. Anna Rita says

    15/05/2016 at 10:07

    Interessante parogone…Internet come rappresentazione dell ‘ inconscio collettivo archetipico!

  2. Rosa says

    16/05/2017 at 12:05

    Come sono possibili i fenomeni sinconici quindi?
    Per la scienza quantistica dovrebbe essere implicito che questi fenomeni siano determinati dall’osservatore e dalle corrispettive sue immagini legate al suo percorso evolutivo dove oggetto e soggetto si fondono in un percorso di crescita personale.

  3. mmzambello says

    16/05/2017 at 12:52

    Come siano possibili io non lo so.
    Come clinicamente avvengano, abbiamo qualche dato in più.
    Ad esempio, escluderei che i fenomeni sincronici abbiano di per sé una valenza “rivelatrice” o ancor più finalistica. Molto spesso avvengono senza che vi sia alcun significato. Ci basti pensare che la maggior parte di tali fenomeni li potevamo riscontrare nei manicomi. Lì avvenivano semplicemente perchè le persone che vi abitavano avevano un Io debole o inesistente. Questo però ci induce a pensare quasi con certezza che in questi fenomeni sono coinvolti strutture dell’inconscio. E’ evidente che tali strutture possono anche attivarsi in peculiari situazioni psicologiche quali uno stato affettivo intenso o in uno stato modificato di coscienza come nella preghiera.

Trackbacks

  1. Come cambiano i sogni con la pandemia | psicotypo ha detto:
    16/05/2020 alle 08:02

    […] da Jung. Il dottor Renzo Zambello, psicoterapeuta con formazione psicanalitica, in un suo articolo ci ricorda la definizione di inconscio collettivo e gli archetipi. La prima volta che Jung definiva […]

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Chi sono
  • Studio Psicoterapeutico e Psicoanalitico
  • Figure Professionali della Psicologia
Domande Psicoterapia

DOMANDE PSICOTERAPIA

STUDIO PSICOTERAPEUTICO E PSICOANALITICO
Dott. Renzo Zambello Zambello Renzo

Copyright © 2021 · News Pro Theme circa Genesis Framework · WordPress · Log in

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web. Puoi scoprire di più su quali cookie utilizziamo o come disattivarli. Mostra dettagli.

Psicoterapia Junghiana
Panoramica sulla privacy

Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.

È possibile regolare tutte le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro. Per saperne di più sulla nostra Privacy Policy.

Cookie strettamente necessari

I Cookie strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie

Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.

Google Analytics

Questo sito Web utilizza Google Analytics per raccogliere informazioni anonime come il numero di visitatori del sito e le pagine più popolari.

Mantenere abilitato questo cookie ci aiuta a migliorare il nostro sito web.

Per prima cosa abilitare i cookie strettamente necessari in modo che possiamo salvare le tue preferenze!

Cookie Policy

Puoi consultare la nostra Cookie Policy in qualsiasi momento.